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LUOGHI

La Torre dell'Orologio



Le ore dei Siculianesi vengono scandite da tempo dall'orologio che ha sede nella torre dell'Orologio. Oggi sede del Consiglio Comunale, fu costruita nel XVII secolo grazie alla concessione del Barone Blasco Isfar come chiesa della Madonna del Rosario, agibile fino al 1859, poi fu abbandonata e dai suoi ruderi furono costruiti i locali della Casa del Fascio con l'odierna Torre dell'Orologio. Poi ospitò per un certo periodo all'inizio del 1900 la Pretura Circondariale che aveva sede in via Scalia.
L'orologio meccanico posto alla cima della torre fu costruito nel 1887 e porta la firma di Vincenzo Scibetta da Bisacquino. La sua struttura è composta da un ingranaggio mosso dalla trazione dei pesi, collocati sotto il corpo dell'orologio e collegati ad esso tramite cavi metallici che scendono giù per quasi tutta la lunghezza della torre. Il funzionamento avviene tramite il la trasformazione del moto continuo, garantito tramite la gravità imposta dai pesi. Eseguendo la ricarica, i pesi vengono riportati nella posizione iniziale: un'affascinante esempio dell'ingegno umano.

La famiglia Scibetta produsse orologi dalla fine del '700 fino agli anni '60.

E' situata in fondo alla Piazza Umberto I° dietro il monumento dei caduti, dove fu girato nel 1976 scene del film "Cadaveri Eccellenti" di Francesco Rosi tratto dal racconto poliziesco di Leonardo Sciascia, "Il Contesto", dove la Sicilia è l'allegoria del Sud del mondo.

La scena è tra l'ispettore Rogas e il sospettato di omicidio che "se ne stava in piazza, seduto al sole, ai piedi del monumento a quel generale Carco che un secolo avanti aveva tolta quella regione a un tiranno per darla a un altro. Si era calato su gli occhi il baschetto." Solo che il monumento presentava una ringhiera in ferro dove conteneva un giardinetto di fiori e piante prosperose che poco avevano di ozio e desolazione, così la truppe cinematografica ha dovuto smontare il tutto, togliendo quella vegetazione e appianandola con dei sassi.



Alphonse Doria e Paolo Indelicato